Possiamo gestire le nostre vite tra le 4 mura di casa? Una visione specifica del fenomeno dopo le recenti chiusure

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A seguito della recente Pasqua o Pesach, che significa passaggio, tante sono state le riflessioni in transito all’interno delle case dei nostri associati a fronte delle tante zone rosse, sia chiare che rafforzate. A fronte della crescente sensazione di isolamento, abbiamo notato come sia in genere aumentata l’inquietudine delle persone, più o meno commisurata all’età.

Le classi sociali e i diversi gruppi si sono caratterizzati per risposte emotive variegate o si è trattato di un unicum sociale?

Dal mese di gennaio la maggior parte della popolazione aveva bisogno e anche desiderio di un maggior rilassamento, che proponesse standard di vita pressoché normali, in cui si potesse far spesa a qualsiasi orario o quasi, andare nei diversi negozi e magari sperare, nell’apertura dei teatri.

Da febbraio, alcune zone italiane hanno iniziato a mutar aspetto assumendo dal colore giallo che rivestivano color arancio , poi arancio rafforzato e infine, rosso come da quel fatidico 04 marzo 2021.

Abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento istituzionale; senza voler entrare nel giudizio politico, ciò che orienta la polis, gran parte degli imprenditori, poi dei nuclei familiari, in particolare quelli con bambini e ragazzi si sono sentiti abbandonati. Non più servizi a fianco del cittadino-a bensì servizi orientati a difendere un dogma, un paradigma, quel substrato che afferisce all’ondata del è importante seguire le direttive nazionali, dobbiamo controllare la curva RT e via discorrendo.

Tanti istituti nazionali fra i quali l’Istat erano impegnati a monitorare l’andamento epidemiologico, a segnalare quel 10% di morti in più rispetto lo scorso anno nei mesi invernali del 2021, mentre cresceva il malcontento nella maggior parte della popolazione.

Così alcuni fra noi si sono preoccupati di attuare la cosa più semplice potesse essere recepita da uomini e donne in questo periodo: l’ascolto.

Di qualcosa di materiale, dell’essenziale di cui si potesse aver bisogno, ma anche di ascoltare la sensazione di paura, di impotenza riferita a questo minuscolo esserino, che ha avuto quale effetto moltiplicatore- non lo si può negare- quello di far emergere contraddizioni e – o risorse che gli esseri umani celavano al loro interno.

Non ultimo l’istituto più in crisi oggigiorno? la scuola che dopo, la recente chiusura, ha conosciuto proteste di madri e padri costretti ad arrabattarsi tra smart working e cura dei figli sino ad esaurire le loro energie vitali.

Quale risposta sul piano antropologico vogliamo dare a soggetti in ricerca che non si vogliono accontentare della LEGGE DEI NUMERI?

Secondo noi il ritorno a valori condivisi, a costruire o meglio co-costruire mappe culturali nuove dove l’innovazione e il “coltivare” progetti di nicchia in comunità e cullati insieme possa rappresentare il fulcro sul quale imperniare il nuovo Modello di Società Sostenibile.

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